Cittadinanza attiva, tutela del paesaggio e valorizzazione dei beni comuni
L’associazione prende il nome di Coppula Tisa nel 2006 all’indomani di una singolare campagna sulla bellezza da un comitato di cittadini già attivo in numerose vertenze ambientali sul territorio.
Prendiamo il nome dell’associazione dal personaggio di un fumetto, una lucertola tutta salentina che osserva e vigila sul mondo: Coppula Tisa. L’autore del fumetto, Norman Mommens, ecologista, fiammingo d’origine, aveva eletto il Salento come suo luogo di vita e di ricerca della bellezza.
Questo fortunato incontro segna per tutti noi, un nuovo punto di vista rispetto al ruolo del cittadino nella tutela del territorio e nella battaglia comune a favore della legalità e dell’armonia.
Coppula Tisa è la nostra porta fortuna!
La Mission
Stimolare e promuovere lo spirito di iniziativa del cittadino per concorrere in modo consapevole nella produzione e nella tutela del Bene Comune e della Bellezza;
contribuire, attraverso la valorizzazione in rete delle proprie energie interne e tramite un sistema solidale e plurale di relazioni, alla ricerca di risposte al bisogno comune di felicità, praticando un nuovo e positivo modello di empowerment del cittadino che lo renda capace di contribuire (attraverso l’autonoma iniziativa e la presenza) al benessere sociale, alla qualità e alla sostenibilità della vita sul proprio territorio.
Ingentilire, risvegliare le coscienze e l’amor civico per definire una nuova identità civile, un modo altro di “pensare” e “abitare” i luoghi di tutti, di produrre ricchezza e innovazione dentro un sistema di relazioni governato dal principio della reciprocità e del rispetto della persona.
Dove siamo
La casa di Coppula Tisa è il Celacanto, un’ex casa cantoniera situata lungo la litoranea Otranto- Santa Maria di Leuca, a Marina Serra di Tricase. Dal 2004 viene sottratta, grazie all’infaticabile lavoro dei volontari, allo stato di abbandono e incuria in cui allora versava, diventando la sede di numerosi esperimenti di cittadinanza attiva. Dieci anni più tardi la Provincia, proprietaria del bene, inserisce l’immobile nell’elenco dei beni pubblici da alienare. Nasce così il progetto Celacanto bene comune e la sua valorizzazione come struttura per l’ospitalità solidale e la sperimentazione di buone pratiche.
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