L’accessibilità motoria della spiaggetta di Tricase Porto
Riflettere e ripensare la fruibilità e le possibili forme di accessibilità della spiaggetta del Porto di Tricase, alla luce delle attuali difficoltà strutturali e ambientali dell’area di riferimento.
Associazione Partner
Associazione ospite
Data: Lunedì 4 novembre 2019 ore 19.30
Luogo: Complesso rupestre “La rena e le sette bocche”, Tricase Porto (LE)
Area tematica: Cura di spazi e beni collettivi
L’Associazione Magna Grecia Mare ha l’obiettivo di salvaguardare e diffondere la marineria tradizionale e la pratica di mare. L’Associazione, che ha sede a Tricase Porto, durante l’incontro farà emergere la problematica concreta riguardante la possibilità di rendere accessibile e fruibile la spiaggetta del porto di Tricase.
In questa tematica verrà affiancata dai ragazzi dell’Associazione Swim Liberi di Nuotare (Marina di Andrano), che racconteranno la loro esperienza circa la realizzazione di un lido accessibile, innovativo e inclusivo, situato sulla scogliera adriatica.
Contesto tematico
L’incontro ha come oggetto il piccolo arenile collocato all’interno del Porto di Tricase, in una zona non interessata dalle attività portuali, prospiciente le antiche grotte un tempo utilizzate dai pescatori locali. Per consuetudine, la spiaggia è utilizzata dai bagnanti locali (e non solo) come punto di accesso al mare, comodo e sicuro.
L’incontro ha avuto come protagonisti le realtà associative e i circoli privati che quotidianamente animano e vivono il Porto di Tricase, accomunati dall’interesse di realizzare servizi e aree attrezzate per consentire la balneazione alle persone diversamente abili – servizi contemplati all’interno del piano comunale delle coste.
Questo tema, abbastanza dibattuto, è stato affrontato anche in un precedente incontro organizzato alcune settimane prima insieme all’amministrazione comunale, nella persona dell’assessorato alle Politiche Sociali e presente pure al corrente incontro.
Lo scopo è quello di lanciare un’idea di fruizione per i disabili motori attraverso l’acquisto di una sedia in grado di facilitare l’ingresso in acqua da parte dei bagnanti con problemi di deambulazione. A tal proposito, il Rotary Club di Tricase e Capo di Leuca, ha già avviato una collaborazione con l’Ufficio Tecnico Comunale per la realizzazione di un’area attrezzata per la balneazione dei disabili, pensata in un altro sito del porto, precisamente presso la località “Rotonda” del porto, ritenuta per la sua configurazione più idonea a un progetto di questo tipo.
A organizzare il dibattito è l’Associazione Magna Grecia Mare, che ha sede a Tricase Porto e che si propone di salvaguardare e diffondere la marineria tradizionale e la pratica di mare. Compito dell’Associazione durante l’incontro è quello di far emergere la problematica concreta riguardante la possibilità di rendere accessibile e fruibile la spiaggetta del porto di Tricase. Ad affiancarla nella elaborazione della tematica sono presenti i ragazzi di Swim Liberi di Nuotare (Marina di Andrano), che racconteranno la loro esperienza circa la realizzazione di un lido accessibile, innovativo e inclusivo, situato sulla scogliera adriatica. Il confronto permetterà di individuare punti di forza o di debolezza di una struttura simile nel sito preso in considerazione.
Sintesi dell’incontro
L’incontro si svolge all’interno delle antiche grotte accanto alla spiaggetta in questione, le quali sono state recuperate nell’ambito dell’azione di valorizzazione territoriale nel contesto del Porto Museo di Tricase.
Durante il confronto e l’analisi del luogo, viene evidenziata l’esistenza del divieto di balneazione dell’area e la concreta possibilità di stipulare un accordo con la Capitaneria di Porto per consentire la balneazione nei punti non interessati direttamente dalle attività portuali. Difatti, la piccola spiaggia si colloca all’interno dell’area portuale di norma non accessibile al pubblico, oggi fruibile grazie all’azione di valorizzazione avviata dall’istituzione del Porto Museo con attività di accoglienza turistica di qualità.
Nell’ambito della tematica presa in esame, la maggior parte dei presenti convergono sulla necessità di coinvolgere nella fase di redazione progettuale, personale qualificato e associazioni che si occupano di diverse e specifiche disabilità.
Riguardo alla Spiaggetta, viene sollevato il problema del ripascimento della sabbia portata via dalle piogge o dalla stessa azione del mare e i costi di pulizia e di manutenzione a carico del Comune di Tricase. È stata, infatti, richiamata l’attenzione sulla necessità di valutare bene la sostenibilità economica del progetto. A tal fine, quindi, è emersa la necessità di una maggiore collaborazione nella gestione dei servizi tra i soggetti (gestori, operatori e volontari) che operano nell’area interessata, per evitare una inutile dispersione di risorse umane ed economiche.
L’incontro, inoltre, ha permesso di valutare la fattibilità progettuale presso un’altra località marina del Comune di Tricase: il porticciolo di Marina Serra, non dedito ad attività portuali. Per come si presenta, infatti, si presterebbe senza particolari accorgimenti, ad essere un’area fruibile da persone con limitata abilità motoria.
In generale, la tematica dell’accessibilità ha acceso i riflettori anche sulla necessità di risolvere il problema della carenza di parcheggi per consentire un’agevole raggiungibilità del porto e delle aree di balneazione.
Conclusioni e proposte
Progettazione condivisa dell’accessibilità
Si propone al Comune di Tricase di
- Avviare un percorso di progettazione condivisa con le associazioni interessate alla tematica, con il coinvolgimento di esperti nel settore delle diverse abilità, per lo studio e l’armonizzazione di un progetto complessivo riguardante l’accessibilità diffusa sul perimetro costiero cittadino.
- Individuare come siti ideali accessibili
• La spiaggetta del Porto
• La zona sotto la Rotonda
• Il porticciolo di Marina Serra - Individuare forme di gestione pubblica e sociale sul modello di quelle già sperimentate sul territorio.
Analisi dell’incontro
Curata dal Dott. Giuseppe Gaballo – Ricercatore Università del Salento Dip. di Storia Società e Studi sull’Uomo sulla base della registrazione audio degli interventi
Terzo incontro. L’accessibilità della spiaggetta di Tricase Porto.
Per questo terzo incontro si sottolinea la grande chiarezza nella presentazione del progetto, di cui vengono precisati attori, metodi e finalità.
L’associazione “Magna Grecia” (MG) si presenta, precisando il contesto internazionale della sua azione, sebbene allocata nel solo Adriatico; con Albania e Montenegro stanno cercando di valorizzare le spiagge attraverso una fruizione inclusiva delle stesse. Si nominano spesso le due parole fondamentali “accessibile” e “fruibile”, tuttavia non si spiega in quali accezioni intendono parlarne, dandone quindi per scontato il senso. Purtroppo mancano esempi concreti che possano chiarine l’intervento. Si parla di riqualificazione della spiaggetta di Tricase e dell’architetto che se ne sta occupando.
Interviene anche un rappresentante dell’associazione “Swim”, che critica il modo di usufruire dei posti tricasini. Afferma che sono intervenuti su una zona poco accessibile a un certo target: soggetti con differente disabilità. Tuttavia, in questo caso è difficile seguire il discorso del soggetto, perché appare un po’ sconnesso. Usa il termine di “accessibilità culturale”, ma non chiarisce cosa voglia intendere, anche perché insiste sui problemi dell’accessibilità fisica.
Piuttosto critico, infatti, l’intervento di un medico esperto in problemi legati alla disabilità, che puntualizza la terminologia relativa all’argomento. L’intento inizialmente è polemico, perché chiarisce subito il fatto che quando si parla di disabilità non basta la buona volontà, perché occorre competenza e perciò il problema dell’accessibilità “deve essere di competenza di chi la studia e la affronta professionalmente e sarà costui a dare i suggerimenti del caso alle associazioni”. Da quanto afferma, la dr.ssa lascia intendere che nei progetti sulla disabilità non sono state coinvolte proprio le associazioni che si occupano di disabili; diversamente si mettono a rischio gli stessi disabili.
A questo punto è stato inevitabile il conflitto, sebbene latente, perché, secondo il rappresentante di MG, la dr.ssa ha dato per scontato il mancato coinvolgimento degli esperti. Tuttavia, la risposta non è convincente. Egli puntualizza che l’accessibilità culturale, ossia la conoscenza dei luoghi, debba essere alla portata di tutti, non vedenti e audiolesi inclusi, ma il discorso verte sempre su sue esperienze personali e non sui progetti, dimenando gli ascoltatori in mielosi racconti di vissuti personalistici, quasi a far capire che le molteplici sue esperienze lo hanno reso sensibile e informato su tante situazioni legate al problema della disabilità. Un altro intervenuto contesta la dr.ssa sulla base delle finalità del progetto “Gallery” e, nello specifico, dell’incontro organizzato a Celacanto: non si vogliono dare soluzioni, si afferma, ma raccontare esperienze, stimolare partecipazione e poi organizzare nuovi contenuti e progetti. Afferma che Swim si è sempre impegnata, considerando bisogni specifici di persone concrete.
Quest’altro intervento, tuttavia, non soddisfa uno dei tratti peculiari degli incontri legati al progetto “Gallery”: origine e implementazione del progetto e risorse utilizzate, esperti di disabilità compresi.
In effetti, qualcuno si accorge che nel discorso mancano alcuni elementi importanti e lo fa notare, dando la possibilità alla dr.ssa di puntualizzare nel suo intento non polemico, ma nel sottolineare il fatto che, soprattutto quando ci si rivolge a un certo target, occorre coinvolgere più competenze prima di fare progetti . Il secondo intervento della dottoressa fa da stimolo all’associazione protagonista che così approfondisce un po’ il progetto di inclusione, il cui punto di forza sembra essere l’integrazione tra soggetti disabili e ragazzi normodotati. Altra positiva esperienza è stata fatta con gli anziani con Alzheimer di un centro di Tricase con il supporto di un medico. Il racconto mostra più il successo piuttosto che quegli aspetti che facciano comprendere origine, risorse e metodi del progetto. Qualcun altro precisa una metodologia adottata da Swim, la “psicomotricità funzionale”, genericamente definita, dall’intervenuto, la possibilità di rispettare le caratteristiche di ogni persona al fine poi di far raggiungere a essa uno scopo. Purtroppo il discorso rimane molto sul generico, cosa che in parte conferma quanto affermava la dr.ssa, ossia la mancanza di competenze nel settore delle disabilità: infatti, un esperto avrebbe spiegato meglio premesse, iter e obiettivi, scendendo nel dettaglio.
Una moderatrice dell’incontro cerca di colmare il gap della presentazione un po’ confusa e generica da parte dei protagonisti. Si chiede concretezza a partire dal chiarimento sul livello di accessibilità alla spiaggetta, tema principale dell’incontro, quale metodi e quali strategie economiche hanno adottato. Rispondendo, un rappresentante Swim afferma che il progetto dovesse durare tre mesi e tutto doveva essere gratuito. Quindi si sarebbe trattato di puro volontariato per 12 ore al giorno a favore dei disabili. Non si comprende bene, quindi, quale sia il tipo di finanziamento di questa attività di volontariato. Sembra insomma del tutto gratuita.
Il disagio sul racconto di questa esperienza si nota anche dall’intervento di un rappresentante di MG, che chiede come sia possibile portare avanti un progetto di quel genere – accessibilità alla spiaggia per i disabili – senza che ci si possa affidare solo alla buona volontà degli operatori. Si tratta pur sempre di demanio pubblico e di servizio offerto al pubblico. Risposte non arrivano, perché si continua ancora a parlare di esperienze umane spostate sul lato sentimentale della faccenda. Il problema rimane la sostenibilità del progetto, ossia la possibilità che si svolga un servizio permanente, possibile anche sulla base di un ricavo che consenta un investimento e uno sviluppo dell’attività a favore dei disabili.
La discussione si fa più concreta quando si affronta il problema dell’ottenimento del nulla osta per l’accesso alla spiaggetta con annessi servizi anche per i disabili. Il piano coste è importante in tal senso. L’unico politico presente purtroppo non chiarisce in che modo stanno agendo. Non è il momento opportuno, ma sarebbe bene insistere su questo aspetto per creare un movimento civico che spinga e stimoli le istituzioni in tal senso. Per questo scopo l’incontro potrebbe essere stato utile, anche perché – si sottolinea – si ha il bisogno anche di affidare la spiaggetta a un gestore competente che deve essere istituzionalizzato ed economicamente garantito nell’erogazione del servizio.
Quando un incontro esplicita problemi in modo concreto e chiaro, vengono fuori altre idee, che possono essere soluzioni o rappresentare ulteriori problemi. Interviene, infatti, un uomo che fa venire a galla un problema di accessibilità complementare a quello della o delle spiaggette: le aree parcheggio. Egli afferma che da 40 anni c’è sempre stato questo gap, che potrebbe anche limitare o inibire l’accessibilità alla spiaggia per disabili e anziani in difficoltà. Non fa mancare una soluzione, indipendentemente dalla sua fattibilità, ma è notevole il suo apporto alla discussione: utilizzare campagne abbandonate, da lui già individuate, e ricavarne centinaia di posti auto.
Un ultimo intervento interessante proviene da una donna, madre di un disabile e presidente di un’associazione per disabili. Fa emergere un punto nodale di tutta l’esperienza relativa alla cura dei disabili, ossia formare e prendersi cura dei caregiver, quasi sempre dimenticati da istituzioni e proposte progettuali. Insomma, un altro intervento che va nella direzione della necessità di coinvolgere competenze: non solo mediche, sanitarie o parasanitarie, ma anche relazionali, psicologiche che vadano anche a favore dell’operatore stesso, sempre a rischio di burn out.
Magna Grecia Mare e Swim
#Per fortuna sono diverso – motto di SWIM – Liberi di nuotare.
Chiariamo subito una cosa: la star dell’incontro sull’accessibilità è la signora Maria, la mamma dei gemelli lu stessi, come li ha battezzati Claudio al pranzo di benvenuto di domenica. L’indomabile Maria … Leggi tutto
Il racconto di Vito Panico
Gallery: un osservatorio partecipante
Esiti del processo
Associazioni e incontri
Istituti Scolastici
Sintesi del progetto
Progetto Gallery: un osservatorio partecipante – avviso pubblico Puglia Partecipa – scadenza gennaio 2019 – Legge Regionale sulla partecipazione N. 28 del 13 luglio 2017.
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